Se hai mai sognato di vivere in sella a una bici, Dalia Muccioli ti farà venir voglia di farlo davvero.
Ex ciclista professionista, vincitrice del Campionato Italiano su strada, oggi continua a pedalare tra tour, eventi e nuove avventure. Con il suo stile diretto e la sua energia contagiosa, ci racconta cosa significa passare dalle gare al cicloturismo, com'è cambiato il ciclismo femminile e quali sono le sue certezze… in sella e non solo.
Quando hai iniziato ad andare in bici e cosa ti ha fatto capire che sarebbe diventata qualcosa di più di una semplice passione?
Ho iniziato ad andare in bici quando avevo 8 anni, e da subito ho cominciato a fare le gare perché avevo dei compagni di classe che già praticavano questo sport. Poi, c’è da dire che mio padre è sempre stato un grande appassionato e anche i miei zii hanno corso in bici. Insomma… una passione di famiglia.
Ho capito che il ciclismo sarebbe diventato molto più di una semplice passione a 18 anni, durante il secondo anno da Junior, quando ho iniziato a fare le cose più seriamente: seguire allenamenti specifici, curare l’alimentazione. Da lì sono arrivati i risultati: 3 vittorie, un quarto posto al Campionato Europeo, la partecipazione al Mondiale di Valkenburg. E l’anno successivo sono passata professionista.
Qual è stato, secondo te, il momento più significativo della tua carriera da ciclista professionista?
Direi la vittoria al Campionato Italiano nel 2013. Al mio secondo anno da professionista, a Varese, ho vinto la prova in linea dei Campionati Italiani. È stata la giornata che mi ha cambiato la vita e il modo di pensare. A quel giorno devo davvero tanto.
Come hai vissuto la tua esperienza da atleta donna in uno sport storicamente dominato dagli uomini? E com’è cambiato oggi il ciclismo femminile?
Il ciclismo è sempre stato uno sport prevalentemente maschile, ma secondo me le donne, con la loro tenacia, hanno sempre dimostrato di essere all’altezza. Io, per esempio, mi sono sempre sentita forte e pronta per questo mondo.
Fortunatamente, negli ultimi anni — soprattutto dopo il Covid — le cose stanno cambiando: più visibilità, più sponsor, più fondi. Finalmente stiamo cercando di chiudere quel gap. Ci vorrà ancora tempo, ma sono stati fatti passi da gigante rispetto a solo cinque anni fa. E ne sono davvero felice, soprattutto per le mie amiche ed ex compagne di squadra.
Dopo il professionismo, hai scelto di restare nel mondo delle due ruote, ma con una prospettiva diversa. Cosa ti ha spinto a diventare guida cicloturistica?
Dopo aver chiuso la mia carriera da professionista nel 2019, ho deciso di restare nel mondo della bici, perché è sempre stata la mia passione. Ho iniziato lavorando come guida per un hotel di Riccione e per la compagnia americana DuVine Cycling + Adventure. Mi piace condividere questa passione con gli altri, girare l’Italia e il mondo sempre in sella. È fantastico.
Oltre al lavoro da guida, sono rimasta anche nell’ambiente professionistico: lavoro come speaker per RCS, ho presentato la Milano-Sanremo e la Strade Bianche, e anche quest’anno sarò al Giro d’Italia come testimonial di Banca Mediolanum. Insomma, ancora una vita sulle due ruote!
Anche senza le gare, quanto conta per te oggi la preparazione fisica e mentale prima di metterti in sella? Hai una routine che segui sempre?
La preparazione, fisica e mentale, è sempre importante. Ma da quando ho smesso con le gare, vivo la bici in un modo tutto nuovo: esco per staccare la testa, godermi il paesaggio, fare pause al bar, mangiare una brioche con la Nutella o una pizza in più la sera. È qualcosa che mi fa stare bene.
Dopo una vita da atleta, mangiare sano e tenermi in forma è diventato un modo naturale di vivere. La mia giornata tipo? Colazione appena sveglia, poi bici — da sola o accompagnando i clienti nei tour — pranzo, cena… Ma senza lo stress della prestazione. Ora sono libera anche di godermi un calice di vino. Ed è bellissimo.
E infine… quali sono i prodotti SPORTLAB che porti sempre con te?
I miei prodotti SPORTLAB preferiti sono gli oli, sia quello WARMUP che quello COOLDOWN perché ho notato che fanno la differenza e quindi sono sempre con me, sia a casa che in valigia.
Non ci resta che ringraziare Dalia per la bella chiacchierata augurandole di continuare a divertirsi lavorando, per se e per i tanti ciclisti che avranno la fortuna di pedalare con lei!